Adria. Città di origine antichissima. Nel VI secolo a.C. Adria era centro di grande importanza strategica e crocevia dei commerci per vie navigabili con l’Alta Italia e l’Europa, tanto che i greci diedero il nome di Adriatico al mare prospicente. Nel V e Vi secolo a.C. furono gli etruschi a renderla famosa, fino a quando i romani ne fecero un municipium.
La madre dell’Adriatico
Della sua storia millenaria rimangono migliaia di reperti, fra cui la famosa “Biga del Lucumone”, del IV secolo a.C. nel Museo Archeologico Nazionale. Sono conservate soprattutto qui le testimonianze delle antichissime origini di questa cittadina polesana. L’abbondanza di ritrovamenti di manufatti di vario tipo (ceramiche, bronzi) e soprattutto la necropoli messa in luce durante lo scavo del 1938-40 non ammettono dubbi sull’epoca e sull’importanza dello stanziamento etrusco ad Adria, anche nel IV e nel II sec. a.C.
I Siracusani che, secondo una tradizione letteraria, non suffragata da resti archeologici, qui fondarono una colonia nel IV sec. a.C., proseguirono la bonifica con lo scavo delle “Tosse Filistine” (dal nome del loro navarca Filisto). Adria entra nell’orbita romana già nel II sec. a.C., ma diventa Municipium probabilmente verso il 49 a.C. Ciò comportava la possibilità di godere nella zona di completa indipendenza, di usare del vasto territorio di competenza e di avvalersi dei privilegi annessi alla cittadinanza romana.
Da visitare, la Cattedrale del 1766, sorta su resti molto antichi. Nel 1830, scavando le fondamenta di un muro a ponente della nuova cattedrale, a qualche piede di profondità venne alla luce una cella chiusa da grossa muraglia laterizia, con affreschi di santi, forse apostoli, del tardo periodo bizantino.
Alla periferia di Adria, si staglia nel cielo un alto camino di 46 metri. È il pinnacolo di una delle tante idrovore disseminate tra Delta e Laguna sud di Venezia. Costruita nel 1853 e chiusa nel 1992, oggi ospita il Septem Mària Museum, una mostra permanete sulla storia della bonifica, un laboratorio di ingegneria naturalistica e un centro convegni.
Nella sala macchine dell’ex-idrovora ci sono due pompe centrifughe ben conservate, pannelli didattici con la storia della civiltà dell’acqua in Polesine e decine di antichi strumenti utilizzati nella bonifica.
Suggerimento. Adria si può visitare agevolmente in mezza giornata, per cui consigliamo di iniziare o concludere l’itinerario al Museo Regionale della Bonifica di Ca’ Vendramin, a Taglio di Po, che si trova ad appena mezz’ora dalla città e che completa la visita al Septem Mària Museum. Nei dintorni di Ca’ Vendramin si trovano anche numerose trattorie con un’ottima cucina a base di pesce.