Pellestrina. Una lunga striscia di terra e di sabbia, trapuntata di coloratissime case di pescatori, segnata da una striscia d’asfalto che si srotola lungo una possente muraglia composta di enormi blocchi di pietra bianca come la neve.
Tra mare e laguna
Da una parte il mare aperto dell’Alto Adriatico che finisce sugli scogli della Croazia, dall’altra una distesa di mare che appare come un placido lago trapuntato di palafitte e pali: si chiamano bricole, servono a delimitare i canali di navigazione per evitare di arenarsi tra le barene sabbiose coperte da pochi centimetri d’acqua. E lungo la riva, una distesa di barche e di pescherecci a perdita d’occhio.
Ecco che cos’è l’isola di Pellestrina: l’evidente confine tra laguna e mare aperto che si perde per 11 chilometri, tra i canali di Chioggia e di Malamocco.
Una sottile barriera sospesa fra mare e laguna, che misura appena 500 metri nel suo punto più largo: quel tanto che basta ad ospitare i due paesi di Pellestrina e di San Pietro in Volta.
Ricca di orti e piccole case colorate, l’isola è una perla della natura e dell’ingegno umano, un luogo ricco di fascino dove il rapporto fra uomo e laguna è ancora stretto e intense sono le attività in questo delicato ecosistema: caccia, pesca, agricoltura, turismo. Ancor oggi, le merlettaie casalinghe si raccolgono sulla porta di casa per eseguire sul tombolo il saltellante merletto a fuselli.
Una striscia di terra protetta dall’irruenza delle acque da una delle più poderose difese dal mare che la Serenissima seppe realizzare nel ‘700 per salvare la sua città: i Murazzi, una scogliera artificiale, verticale verso la laguna e grondante verso l’Adriatico.
Fu costruita con blocchi di pietra d’Istria lavorati in forma grossolana per un tratto di circa venti chilometri, fra quei litorali che sono la naturale difesa del patrimonio artistico, culturale ed economico che ha il proprio cuore in Venezia.
Oltre i Murazzi, l’erosione del mare aperto aveva lasciato solo una semplice scogliera, fino a quando, qualche anno fa, attraverso un sistema di pennelli trasversali posti ad intervalli regolari è stato ripristinato l’ambiente originale, con un’ampia spiaggia sabbiosa che ha praticamente raddoppiato la superficie dell’isola.
La laguna è opera antica della natura. L’arte umana s’impadronì dei punti più eminenti, e così nacque Venezia, collegando in sé cento isole, circondata da cento altre (Johann Wolfgang Goethe)
L’isola è percorsa da una strada asfaltata che corre lungo il murazzo dall’imbarcadero di Santa Maria del Mare, verso Venezia, a quello di Pellestrina, verso Chioggia, da dove una stradina sterrata conduce nel bosco di Ca’ Roman, che è una riserva naturale di dune sabbiose coperte di macchia tipica mediterranea.
Ca’ Roman è il polmone verde dell’isola, che si apre per circa quaranta ettari di spiaggia, duna e macchia. È l’ultimo rifugio di molte specie floro-faunistiche: una pineta trasformata in oasi naturalistica protetta, dimora in particolare di due specie di uccelli, il fratino e il fraticello, che qui hanno trovato il loro habitat ideale.
Un suggestivo percorso che si può fare in autobus o in bicicletta. L’isola si raggiunge da Chioggia in motonave, dove si possono far salire le biciclette, o dal Lido di Venezia con il ferry dal Faro Rocchetta.
Suggerimento. Parcheggiare all’Isola dell’Unione a Chioggia e raggiungere l’imbarcadero Actv in piazzetta Vigo. All’arrivo a Pellestrina del battello c’è la coin cidenza dell’autobus per il lido di Venezia dove ci si può imbarcare per piazza San Marco. Ma in andata o al ritorno vale la pena fermarsi in una delle 3 località dell’isola di Pellestrina, salire sui murazzi e scendere sulla spiaggia naturale che costeggia tutta l’isola.
2 Comments
Giuseppe 14 Agosto 2020 at 18:42
Ho vissuto a Pellestrina per circa due anni quando avevo 19/20 anni adesso ho 73 anni non l’ho mai dimenticata la ricordo sempre con piacere. L’ho vissuta e la vedo ancora come un isoletta dei sogni.
zennare@new 16 Ottobre 2020 at 14:41
Sono d’accordo con lei Giuseppe: un piccolo mondo antico fatto di serenità, suggestione, operosità e umanità, che andrebbe valorizzato più e meglio