Bosco Nordio. A Sant’Anna di Chioggia, tra la Romea ed il mare, si estende la Riserva naturale integrale di Bosco Nordio, che costituisce un importante relitto delle foreste ampiamente diffuse in passato nel litorale alto adriatico.
Tra gli alberi di un bosco millenario
Veneto Agricoltura, l’azienda regionale che cura il patrimonio ambientale veneto, sta attuando un progetto di conservazione e riqualificazione ambientale che mira al riequilibrio delle specie presenti in un sito di grande interesse paesaggistico, con una vegetazione igrofila che accompagna la vita di anfibi ed insetti tipici degli ambienti umidi.
L’apparato dunale del bosco e del tratto di Rosolina mare, in provincia di Rovigo, sono la risultante dell’azione dei fiumi Po e Adige durante 4000 anni.
Bosco Nordio sembra avere origine preromana. Fu prima di proprietà della città di Chioggia, passato poi alla famiglia Nordio nel 1565, che distrusse completamente il bosco probabilmente a fini colturali. Alla fine del XVIII secolo, Andrea Nordio fece però piantare una pineta a pino domestico, sui resti dell’antico boschetto a leccio, lauro ed altre specie mediterranee che rappresentavano l’antico abito del bosco.
Nel 1959 fu venduto all’ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali e venne istituita la Riserva Naturale Integrale: oggi è gestito da Veneto Agricoltura.
Il volto attuale della pianura padana è frutto di profonde modifiche che hanno mutato radicalmente la vegetazione e piano piano anche l’aspetto complessivo del paesaggio, con il contributo determinante del clima, ma anche con interventi più radicali e veloci da parte dell’uomo. Nel corso dei secoli l’ampliamento dei territori coltivati ha ridotto notevolmente le superfici a bosco, tanto da relegarle a veri e propri relitti, piccoli lembi di un’antica cintura verde vivente che un tempo ricopriva la costa adriatica nord orientale: Bosco Nordio è uno di questi esempi.
La maggiore attrattiva di Bosco Nordio è costituita dal connubio tra bosco e litorale caratterizzato da un antico sistema di dune sabbiose. Per una lunghezza di circa 1200 metri, è stato realizzato un percorso di visita per tutti attraverso un bosco selvaggio di lecci, lauri e pini, predisponendo un idoneo sottofondo in materiale stabilizzato, una guida a terra in legno ed allestendo a supporto della visita un’ adeguata cartellonistica.
All’interno dell’area si trova anche il centro visite e su prenotazione vengono organizzate interessanti lezioni di educazione ambientale.